La tecnologia che trasforma i vestiti di domani

Sembra uno slogan pubblicitario, ma dentro ai vestiti del futuro ci sarà davvero un po’ di tecnologia. Non stiamo parlando solo di tecniche di fabbricazione all’avanguardia, ma di applicazioni concrete che trasformano le fibre dei tessuti in veri e propri circuiti. Così, arriverà il giorno in cui la giacca regolerà da sola la propria temperatura e parlerà con il nostro smartphone.

Spesso, queste caratteristiche sono mediate da sensori e microcontroller cuciti all’interno dei risvolti. In altri casi, fili di cotone e nylon sono sostituiti con tessuti conduttori che mettono in contatto i vestiti con un computer (come nel caso di Plug and Wear). In pratica l’unico limite è tracciato da quanto è forte il desiderio di sperimentare nuove forme di interazione intelligente.

L’innovazione tessile può esprimersi in molti modi diversi tra loro e ce lo dimostra soprattutto laBBC, raccontando i dettagli del progetto SHE (Society Harnessing Equipment). Si tratta di un reggiseno che risponde ai tentativi di violenza liberando una scarica elettrica in grado di respingere e debilitare un aggressore.

Ideato da due studentesse e uno studente indiani della SRM University, SHE è dotato di tessuti isolanti e di un modulo GPS. Il reggiseno presto potrebbe disporre anche di bluetooth e infrarossi per comunicare con lo smartphone e inviare messaggi automatici a parenti e amici in caso di aggressione.

SHE è nato dopo il grave caso di stupro di gruppo che ha segnato e scosso l’India nel dicembre 2012, ma prima di essere indossabile il circuito dovrà essere miniaturizzato. In tutt’altre situazioni, esistono casi di tessuti intelligenti che sono già pronti per l’uso, come la Midi Jacket di Machina.

Dopo una breve campagna su Kickstarter conclusa a febbraio, gli hacktivisti alla base del progetto hanno realizzato i primi prototipi di giacca musicale: Midi Jacket risponde ai movimenti del corpo per modulare suoni, comporre musica e interagire con dispositivi mobile. Una sorta di sogno per chi ama sperimentare nuove forme sonore.

Tra i progetti sperimentali va segnalato anche RUAH. Come spiega il blog di Arduino, si tratta di un bustino progettato da Giulia Tomasello con lo scopo di insegnare alle persone quanto sia importante prendere respiri profondi. Il controller all’interno del tessuto risponde ai segnali di un sensore Lilypad e lo deforma per accompagnare l’espirazione. Forse non riparerà dalla pioggia, ma di certo aiuta a rilassarsi.

Source: makerfairerome
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