L’esposizione virtuale di “lost art” più grande al mondo: un anno di riscoperte

In un hangar arredato con scrivanie, qualche computer, diversi “x-files” e un ambiente sonoro futuristico-spettrale si aggirano detective che sembrano indaffarati nel tentativo di ricomporre il mosaico di un delitto. Uno sguardo ravvicinato ci fa capire siamo davanti ad un caso insolito: gli investigatori sfogliano fotografie e raccolgono frammenti di opere d’arte misteriosamente scomparse.

Non siamo nell’Area51 ma nel cyberspazio prodotto dalla Tate Gallery di Londra e precisamente nella “Gallery of Lost Art”, la mostra virtuale d’arte perduta più grande al mondo. Sarà online per i prossimi 12 mesi per poi scomparire senza lasciar tracce, in attesa di future riscoperte.

L’insolita esposizione curata da Jennifer Mundy ha le forme di un digital storytelling sui capolavori perduti dalla seconda metà del XX° secolo ad oggi. Ogni settimana sarà possibile riscoprire opere d’arte estinte attraverso storie che possiamo ricostruire interagendo con “frammenti virtuali” (ipertesti, lettere, foto, video e suoni).

Negli ultimi cento anni alcuni dei capolavori dell’arte contemporanea sono andati perduti nelle pieghe della storia. Diverse le cause delle scomparse: censura, furto, distruzione, effimerità, cancellazione, rifiuto dell’artista.

La galleria virtuale si compone di piccole aree tematiche ciascuna intitolata proprio alla motivazione della scomparsa. Alcuni capolavori sono andati perduti perché cestinati da istituzioni “sbadate”, altri distrutti dalla guerra e dalle violenze mentre alcuni sopravvivono solo nelle memorie di chi ne ha fatto esperienza dal vivo.

Hot Eyes ad esempio, datata 1921 di Francis Picabia, è scomparsa perchè dopo alcuni mesi dalla realizzazione l’artista decise di dipingerci sopra. Singolare e bizzarro il caso di Willem de Kooning di cui diverse opere sono state letteralmente cancellate da Robert Rauschemberg con il suo gesto politico di rifiuto e polemica nei confronti dell’arte figurativa e del ritratto.

La collezione della Tate apre lo sguardo su quelle opere inedite o che il pubblico non potrà più vivere in prima persona che sono però ancora in grado di conquistare spazi di memoria attraverso la ricomposizione di storie ed aneddoti. Un modo per far rivivere la “lost art”attraverso la narrativa ipermediale.

L’appuntamento è di quelli da non perdere: la galleria è sempre aperta (fino al 2 luglio 2013), gratuita e raggiungibile da ovunque.

L’indirizzo: galleryoflostart.com

 

Source: newsroom

 

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