A prima vista Twine sembra una semplice scatoletta azzurra, ma in realtà nasconde tre sensori (temperatura, vibrazione e orientamento) capaci di interagire con l’ambiente circostante. Basta accenderlo, connetterlo al WiFi e programmarlo attraverso una interfaccia molto semplice.
A questo punto, bisogna farsi venire un’idea: volete sapere se qualcuno apre la porta mentre non siete in casa? Applicate Twine allo stipite e ditegli di mandarvi una email o un tweet quando la sente sbattere. Se invece vivete con il terrore che la cantina si allaghi, procuratevi il sensore di umidità e attivate le notifiche via cellulare.
Twine ha il vantaggio di essere mostruosamente semplice, una caratteristica che lo ha decisamente premiato. La sua campagna d’esordio su Kickstarter si è conclusa nel gennaio 2012 con un grande successo: gli ideatori hanno raccolto 556mila dollari in poco più di un mese di passaparola.
Per chi ama complicarsi un po’ la vita potrebbe essere divertente ampliare le funzioni di Twine con qualche trucchetto. Per esempio, il servizio web IFTTT (If This Then That) permette di sfruttare Gmail per filtrare tutte le email che provengono da Twine – o che recano particolari tag – e automatizzare una serie di azioni online su tutti i social network.
Se siete ancora più bravi, potete dedicarvi direttamente a Arduino e ai suoi accessori. Con qualche modifica, potete trasformarlo in un computer in grado di gestire sensori, reti WiFi e periferiche di vario tipo. Per connettere l’hardware alla rete potete scegliere Paraimpu, la piattaforma di sviluppo nata in Sardegna completamente dedicata alla missione di far dialogare gli oggetti con Internet.
Oggi la tecnologia per realizzare idee nel campo IoT è diventata molto accessibile e l’unica barriera d’ingresso è rappresentata, praticamente, dal timore di sbagliare qualcosa. L’importante è provarci, sia che si tratti di un prodotto come Twine, sia di un open hardware come Arduino. Gli errori sono pur sempre una lezione inattesa.
Source: makerfairerome
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