All’Università di Washington hanno appena messo a punto e sperimentato la prima interfaccia non invasiva cervello-cervello: un ricercatore ha inviato un impulso cerebrale via Internet che ha attivato il movimento della mano di un suo collega connesso via Skype.
Rajesh Rao ha indossato un device in grado di registrare gli impulsi cerebrali (qualcosa di molto simile agli strumenti di misura EEG) e con una semplice connessione ad Internet, via Skype, ha inviato un segnale ad Andrea Stocco (triestino), che grazie ad uno stimolatore transcraniale magnetico, ha automaticamente digitato un input sulla tastiera con la propria mano guidata da un’altra mente.
Secondo Stocco “Internet è stato il modo di interconnettere computers ed ora può diventare il modo di interconnettere cervelli”. L’obiettivo, decisamente più ampio e complesso, degli scienziati di Washington è quello di trasmettere conoscenza direttamente tra cervello e cervello.
Le considerazioni di Stocco e Rao sono certamente entusiastiche alla luce del loro esperimento di successo ma bisogna considerare che in molti casi Internet già rappresenta la possibilità di interconnettere le menti ed i corpi. C’è un’ampio panorama di ricerca che vede in Internet il potenziale di un’intelligenza collettiva e connettiva, si guardi ad esempio al pensiero di uno dei maggiori esperti di reti complesse, Derrick de Kerckhove, in “The Augmented Mind” (2010) ma pure alle reti territoriali come la stessa piattaforma Latus Creativity.
Rao, Professore di scienza dei computers e di ingegneria alla UW e Stocco, assistente e ricercatore in psicologia all’Institute for Learning & Brain Sciences della UW, hanno deciso di estendere il potenziale di Internet alla fisiologia.
Le tecnologie di registrazione degli impulsi cerebrali e quelle di stimolazione magnetica del cervello, entrambe non invasive, e che i due scienziati hanno utilizzato per il loro esperimento, sono divenute negli ultimi dieci anni sempre più sosfisticate, accessibili e di uso comune in diversi laboratori di ricerca di tutto il mondo. Il basso costo degli strumenti e l’openness di programmazione delle interfacce ha permesso a molti ricercatori, scienziati, artisti o semplicemente curiosi di sperimentare nuove possibilità di far lavorare la materia grigia attraverso le tecnologie emergenti.
Il meccanismo dell’esperimento di Rao e Stocco è piuttosto semplice (come riassunto nell’infografica che segue). Il segnale trasferito dal primo cervello, il “Sender” viene registrato in tempo reale. Il computer, in grado di identificare nel flusso informativo l’immaginazione del movimento della mano, invia a questo punto un impulso via Internet alla macchina per la stimolazione magnetica cerebrale. Questo causa il movimento del dito del ricevente (il Dott. Stocco nel caso specifico).
Rao e Stocco auspicano di poter effettuare esperimenti più complessi che possano estendere il campo della ricerca ad ambiti come quello della disabilità e della sicurezza dei passeggeri in volo ma anche a quello della comunicazione non verbale tra persone che parlano lingue diverse.
Nel frattempo assicurano che la nuova interfaccia brain-to-brain è in grado di leggere soltanto impulsi cerebrali elementari e certamente non il pensiero. Non dà quindi a nessuno l’abilità di controllare azioni altrui contro la propria volontà.
Maggiori informazioni sono disponiili sul sito del progetto di ricerca.
di Pasquale Direse
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