Tra i lotti della Garbatella, precisamente in piazza Bartolomeno Romano, sovrasta muto e riservato il video mapping interattivo del collettivo Overlab Project.
Uomini e donne sui cornicioni di un palazzo colti nel loro quotidiano procedere che improvvisamente cadono, ma pian piano e con fatica si rialzano.
Un cerchio bianco funge da attivatore dell’opera, il frutore vi entra dentro detenendo il comando dell’installazione e al contempo dei suoi soggetti che al suo passare cadono giù.
“La caduta” assolve la funzione di metafora di un periodo che sembra avanzare arrancando, in cui il termine “crisi” sembra aver assunto un alibi, guida e collante per la vità di persone differenti tra loro, ma accomunate dal senso di impotenza. Overlab Project, attraverso la sua installazione intende rovesciare questo meccanismo perverso di previa stanchezza.
Il collettivo, composto da Davide Coluzzi Daz (architetto), Davide Di Camillo (videomaker) e Maurizio Prochilo (webdesigner), frena la caduta mediante la creatività, stimolando il fruitore a rialzarsi e a farlo con le proprie forze e le proprie peculiarità.
Certo si fa fatica, cosi come quella dei soggetti del video mapping, ma facendolo ci si oppone alla schiacciante gravità dell’informazione che annichilisce preventivamente.
“La caduta, la crisi, dovrebbero essere una partenza – dice uno dei membri di Overlab, Davide Coluzzi – Nell’installazione la gente cade a terra, ma con una lunga agonia riesce a riprendere il proprio posto e la propria dignità” – continua.
Con quest’opera Overlab Project prosegue la propria ricerca, iniziata nel 2010, che trova il proprio focus nel fornire contenuti all’arte che sposa la tecnologia.
Spesso infatti, l’arte interattiva appare al fruitore come ludica presenza, come abbagliante sorpresa. Il collettivo invece, consente allo spettatore di intervenire sulle proprie installazioni a patto che egli voglia assumersi la responsabilità della propria azione.
In questo caso il passante si rende responsabile della caduta dei personaggi che abitano l’opera,
nell lavoro precedente di Overlab, “La perversione del dittatore” egli ha la possibilità di gestire gli umori dei protagonisti, volti proiettati su palloncini leggeri, evidenziando così il legame con la realtà i meccanismi sociali e quelli mass-mediatici, capaci di influire, con tacita autorità sul nostro agire e sentire quotidiano.
Un cortocircuito di sadismo dal quale partire per rialzarsi.
di Dalila D’Amico
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