Social Media Farm: quando l’agribusiness diventa social

Uno studio dell’American Farm Bureau Federation ha rivelato che il 98% degli agricoltori ed allevatori di età tra i 18 e i 25 anni si collega ad Internet e che il 76% di questi utilizza i social media nel proprio business.

Spesso l’agribusiness fa fatica a stare al passo coi tempi soprattutto in fatto di comunicazione B2B e B2C. In realtà in alcune aree specifiche del pianeta l’industria dell’agricoltura ha cominciato a utilizzare i social media come strumento e canale rivoluzionario per le dinamiche d’investimento.

Il trend del fitness dell’agribusiness nella rete dei media sociali è segnato da esempi come AgChat Foundation, un gruppo che si occupa di offrire risorse formative agli agricoltori fornendo così le competenze necessarie a inserire il proprio business nei canali di social networking. Facebook e Twitter sono i primi canali d’interazione per i nuovi cybercontadini che hanno imparato a sfruttare i vantaggi delle reti sociali sul web in termini di comunicazione e scambio sia col cliente che con gli altri professionisti del settore.

Molto spesso non è la sfiducia verso le nuove tecnologie di comunicazione a tenere l’impresa e l’industria fuori dall’ambito dei social media ma piuttosto la carenza di conoscenza circa i benefici tangibili che gli strumenti digitali emergenti sono in grado di produrre. Canali come l’AgChat diventano in questo senso veri e propri hub sociali attraverso i quali condividere nuovi saperi volti ad incrementare il proprio business e a creare così nuove opportunità di lavoro e sviluppo.

La Fondazione AgChat raccoglie oggi più di 2000 partecipanti dislocati in sette paesi in quattro continenti. Il canale è moderato settimanalmente da professionisti del settore. I temi trattati dal social network spaziano dall’innovazione tecnologica di processi e prodotti alle tecniche per sfruttare al meglio i terreni di difficile coltura.

Attraverso un semplice sistema di chat via Twitter gli agricoltori connessi sono in grado di scambiare conoscenza e informazioni necessarie a integrare il proprio business nel panorama di crescita internazionale offrendo inoltre la possibilità di sperimentare una leadership in un forum pubblico di discussione.

“Blogosfera” e “Twitterverse” sono solo due degli ambienti possibili di scambio per gli agricoltori 2.0. La fattoria più importante del Maryland (USA), One Straw Farm, ha sfruttato canali come Kickstarter per lo sviluppo di due applicazioni mobile in grado di migliorare la propria influenza digitale e di produrre fundraising online. La prima fornisce ai contadini un modo per comunicare e condividere dati rilevanti sul proprio raccolto su base settimanale, mentre la seconda assiste gli imprenditori nelle procedure di registrazione dei prodotti.

La One Straw Farm non ha raggiunto con la sua campagna digitale gli obiettivi di fundraising stabiliti, ma molti altri agribusiness che hanno seguito il suo esempio stanno conoscendo un largo successo proprio grazie all’utilizzo della stessa tecnologia di mercato.

FoodHub propone invece una comunità online che connette direttamente agricoltori e allevatori con clienti e distributori. I clienti dell’agrofood, attraverso questa interconnessione, sono in grado di ottenere facilmente informazioni e storie sulle fattorie e gli allevamenti da cui acquistano, di conoscere le loro novità e come operano nel settore. Il progetto per ora attivo solo negli Stati Uniti occidentali è destinato a crescere a macchia d’olio per espandersi anche al livello internazionale.

Un’opportunità di social media sharing per far conoscere la propria storia, rispondere alle domande dei consumatori, tenerli aggiornati sulle primizie della prossima stagione ed altro.

Erin Ehnle si definisce una “Farm Girl”. Ha speso la sua vita in una fattoria e adesso utilizza multipiattaforme di social media per condividere la propria esperienza con più di 13,000 fan su Facebook e altrettanti followers sul proprio blog.

Erin assieme agli altri esempi qui presentati è la prova lampante di come la multimedialità propria del web 2.0 sta portando l’esperienza dell’agribusiness dalla fattoria tradizionale verso la Social Media Farm.

 

di Pasquale Direse

 

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