Mercoledì 2 aprile, A Roma, presso il Macro, Museo d’Arte Contemporanea, si terrà un convegno sull’architettura e la scenografia, promosso dal corso di Scenografia dell’Università La Sapienza.
Architettura e scenografia hanno radici comuni perché entrambe interpretano un testo‐progetto, affrontano la questione del consenso, oltre a quello del corpo nello spazio. L’uomo percepisce l’architettura come dotata di profondità e occasione di esperienza del corpo. La scenografia attinge anche da altri ambiti disciplinari, le tecniche di rappresentazione dello spazio e si propone come decodificazione del testo drammatico. L’oggetto letterario, infatti, resiste alla bidimensionalità del segno grafico e grazie all’architettura può vivere in un luogo tridimensionale, condizione essenziale affinché le sue potenzialità fantastiche diventino fisiche. In particolare, non solo il linguaggio del corpo è un vettore della rappresentazione teatrale ma rispetto a un’opera di architettura il corpo si muove secondo lecaratteristiche dello spazio nel quale si trova. In questo convegno di studio, accanto a interventi sulla drammaturgia, dalla tragedia classica al melodramma settecentesco passando per Shakespeare, ampio spazio sarà riservato al rapporto tra architettura e scenografia. Chiude il pomeriggio la presentazione del volume di Massimo Zammerini, Cambio di scena (Ed. Kappa) con la proiezione dei migliori progetti elaborati dagli allievi del Master per Scenografo teatrale, promosso dal Diap e da “Lazio in Scena”, e del Corso di Scenografia dell’Università La Sapienza di Roma.
Source: uniroma1.it
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